
I rifugiati siriani non possono rientrare nella loro terra perché hanno paura di essere perseguitati. E sono mal sopportati nei Paesi che li ospitano, a causa di crisi economiche e politiche che stanno destabilizzando tutta l’area. E’ sempre più dura la vita dei 6,6 milioni siriani che hanno trovato rifugio fuori dalla Siria, la maggior parte in Libano, Giordania e Turchia. Ma anche i libanesi non se la passano bene. “Migliaia di libanesi stanno partendo verso Cipro con documenti falsi, affidandosi ai trafficanti – spiega al Sir Danilo Feliciangeli, coordinatore per i progetti della crisi siriana per Caritas italiana -. Da Cipro ripartono via aereo verso la Grecia o il Nord Europa. Se ne parla solo con trafiletti, quando ci sono naufragi”. Si apre così una nuova fase per il Libano, molto grave e significativa: “Non succedeva dalla guerra civile.
Da Paese di accoglienza il Libano sta diventando Paese d’emigrazione. E per i rifugiati siriani è il disastro totale. Contro di loro “si è creata una campagna di odio e notizie false, sono diventati il capro espiatorio di tutti i mali”. Le tensioni maggiori sono al nord, nella zona di Tripoli. Nell’ultimo anno ci sono stati attacchi, episodi di violenza e incendi anche nei campi.