
Essere in relazione, poter lavorare, chiedere attenzione e rispetto. Sono i tre aspetti che oggi, Giornata mondiale della sindrome di Down sottolineano le maggiori associazioni che in Italia si occupano di queste persone e delle loro famiglie (Aipd, CoorDown, Anffas). La Giornata mondiale – promossa da Down Syndrome International e confermata da una risoluzione Onu nel 2012 – viene celebrata ogni 21/3 per indicare le 3 copie del cromosoma 21, la caratteristica genetica all’origine della sindrome. Circa 40mila le persone in Italia (25mila adulti) e 417mila in Europa, secondo una stima effettuata da European Down Syndrome Association: un numero pesantemente condizionato dagli aborti selettivi permessi in molti Paesi.
Il tema “connect” del messaggio scelto quest’anno per la Giornata mondiale (hashtag ufficiali #WorldDownSyndromeDay e #Wdsd2021) è ricco di implicazioni. Con la pandemia abbiamo capito l’importanza di entrare in relazione gli uni con gli altri, e il video realizzato da Aipd (Associazione italiana persone Down) chiede a tutti di prendersi il tempo di fermarsi e guardare la persona con sindrome di Down: da uno sguardo di pochi minuti può nascere una connessione profonda sottolinea il messaggio del filmato (visibile sul canale Youtube di Aipd). L’entrare empaticamente in contatto è il primo passo per riconoscere la pari dignità dell’altro. Nell’anno di pandemia «ci siamo reinventati, riformati, ritrovati – segnala Aipd –: ri-connessi, appunto, per far sì che il filo che ci univa non si spezzasse, ma piuttosto si rafforzasse: gli sguardi scambiati attraverso i monitor hanno insegnato a tutti noi a essere vicini anche da lontano».