Caritas: «Fame, clima e jihadisti stanno uccidendo il Sahel»
Caritas: «Fame, clima e jihadisti stanno uccidendo il Sahel»

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«Sulla maggior parte del territorio lo stato non ha mai avuto alcun controllo, è completamente in mano ai miliziani: le donne non possono neppure andare a fare legna fuori dal villaggio. La sicurezza fisica di tutti è svanita, l’autodifesa è una necessità». Parla così il 23enne Eduard, attivista e volontario per un’associazione benefica nella capitale del Mali, Bamako, riflettendo sulla situazione dei giovani maliani suoi coetanei e del contesto sociale in cui vivono.
La sua testimonianza è contenuta nell’ultimo dossier di Caritas italiana dedicato alla crisi nel Sahel, una regione negli ultimi anni devastata da estremismi, cambiamenti climatici e lotta per l’accaparramento delle risorse. Niger, Mali e Burkina Faso, in particolare, sono al centro di una vera catastrofe umanitaria. Nel solo 2020 sono stati 5mila i morti, più di 1,4 milioni gli sfollati interni, 3,7 milioni le persone piombate nell’insicurezza alimentare. Di tutto questo, il rapporto Caritas dà ampiamente conto attraverso testimonianze e analisi e mettendo in luce come molte delle dinamiche conflittuali in corso partano da un bene sempre più prezioso e raro: la terra.

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Argomenti: Mappamondo
Tag: Africa Caritas crisi umanitaria fame Sahel
Fonte: Avvenire