Dad e doposcuola? «Li facciamo all’oratorio»
Dad e doposcuola? «Li facciamo all’oratorio»

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«Prima i ragazzi, finiti i compiti, “scappavano”. Adesso restano oltre l’orario, hanno voglia di raccontarsi, di stare insieme. Per loro è una delle poche possibilità di incontro al di fuori della scuola». C’è una frase del film “La gabbianella e il gatto” che don Paolo Capra, vicario parrocchiale di Castel San Giovanni, nel Piacentino, cita spesso in questo tempo segnato dalle restrizioni anti-Covid: «Vola solo chi osa farlo». L’oratorio San Filippo Neri ne è un esempio.

A giugno è partito con il Grest che si è protratto tutta l’estate. A settembre non ha avuto dubbi di ripartire con il doposcuola, esperienza che nella parrocchia della Val Tidone è tradizione dal 2007. Il sacerdote non nasconde le difficoltà sul piano organizzativo. Sono stati ripensati gli spazi, creando isole-studio, ciascuna con un educatore di riferimento. Si è dovuto mettere un tetto massimo di iscritti: trenta alunni delle primarie e una quindicina delle medie, alcuni dei quali arrivano già per il pranzo. Sono italiani, filippini, nordafricani, dell’Est europeo, «perché se non fossimo aperti a tutti, l’oratorio fallirebbe il suo ruolo educativo», evidenzia don Paolo. La collaborazione con l’Istituto comprensivo e il polo scolastico Volta affonda le radici ben prima della pandemia. «Le scuole medie sono nel palazzo vicino: le classi vengono a fare educazione fisica nel nostro campetto. Da oltre tre anni inoltre come oratorio abbiamo attivato un percorso, con due psicologhe, rivolto a chi ha disturbi specifici dell’apprendimento o difficoltà scolastiche più importanti, “Abilmente Lab”, che è andato avanti anche nel lockdown, a distanza».

Il San Filippo Neri è una delle realtà che il Servizio diocesano di pastorale giovanile è andato a visitare per mettere a punto il protocollo #eorastudio, nato come risposta alla lettera-appello inviata a gennaio dai Vescovi dell’Emilia-Romagna, guidati dal cardinal Matteo Zuppi, alle parrocchie delle rispettive diocesi: concedere spazi agli studenti delle superiori, la mattina per seguire le lezioni in Dad o al pomeriggio per un sostegno allo studio. «Anche sul nostro territorio assistiamo ad episodi che dicono un disagio degli adolescenti – rileva il vescovo di Piacenza-Bobbio Adriano Cevolotto, referente del settore Scuola per la Conferenza episcopale regionale –. Prima ancora che il recupero scolastico, ci interessa offrire spazi di socializzazione “per” e “con” i giovani».

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Argomenti: Chiesa in Italia
Tag: Coronavirus didattica a distanza giovani oratorio parrocchia scuola
Fonte: Avvenire