
Occorre aiutare subito il popolo del Tigrai, dove è in atto una grave crisi umanitaria e dove la maggior parte della gente è tagliata fuori da ogni genere di assistenza per le violenze dopo 100 giorni di guerra. Circa tre milioni di persone su sei milioni di abitanti hanno infatti perso casa, cibo, accesso ai servizi sanitari e alla scuola. L’allarme è stato lanciato ieri da Addis Abeba dal presidente della Federazione Internazionale delle Società della Croce Rossa e della Mezzaluna Rossa (Ifrc) e della Croce Rossa Italiana, Francesco Rocca, dopo una visita nella martoriata regione dell’Etiopia settentrionale, da novembre teatro di un conflitto tra l’esercito federale e le milizie alleate da una parte e le forze del partito di governo locale, il Fronte di liberazione del popolo tigrino (Tplf) deposto da due mesi.
«È stato uno dei viaggi più difficili. La situazione è estremamente preoccupante e inaccettabile – afferma Rocca – e le stime di Croce Rossa Etiopia indicano che oltre 2,6 milioni di persone nel Tigrai e nelle regioni limitrofe hanno urgente bisogno di aiuto. La comunità internazionale, insieme alle parti, deve fare di tutto per portare assistenza in una regione dove l’80% della popolazione resta inaccessibile agli aiuti per ragioni di sicurezza. La gente ha bisogno urgente di tutto. Abbiamo rilevato anche numerosi casi di malnutrizione severa tra i bambini».