
Sono 2.039 le persone aiutate finora dal Fondo San Giuseppe, istituito dalla diocesi di Milano il 22 marzo 2020 per sostenere quanti hanno perso lavoro e reddito a causa dell’emergenza Covid. Nel 37,3% dei casi si tratta di cassintegrati non più in grado di affrontare i costi della vita familiare, nel 22,5% di lavoratori a cui non è stato rinnovato il contatto a termine. Il 45,2% dei beneficiati è italiano, il 54,8% straniero; il 37,4% è rappresentato da famiglie con uno o due minori a carico, il 12,9% da nuclei con tre o più figli. I numeri di questa misura straordinaria voluta dall’arcivescovo Mario Delpini restituiscono dunque il profilo di chi ha più duramente pagato le conseguenze sociali ed economiche dell’emergenza sanitaria. Ma offrono anche un riscontro dell’impatto degli aiuti e dell’evoluzione delle situazioni di necessità.
Chi va meglio, chi ancora non ce la fa. Sempre secondo i dati appena diffusi da Caritas Ambrosiana, delle 2.039 persone aiutate finora, ben 1.040 (il 51%) non ricevono più il sussidio: o perché hanno ricominciato a lavorare – anche se spesso in condizioni di grande precarietà – o perché hanno comunque potuto migliorare la loro condizione. Sono 424 (il 20,8%) quelle che invece hanno ottenuto il rinnovo del contributo. E 575 (il 28,2%) quelle che lo stanno ancora ricevendo, avendo fatto domanda fra settembre e ottobre. Ai 2.039 beneficiati sono stati erogati fin qui aiuti per complessivi 3.850.900 euro, circa la metà di quanto raccolto finora – ben 7.882.060 euro – grazie alla generosità di enti e istituzioni benefiche, ma anche di tanti privati cittadini e di singoli fedeli ambrosiani. Il Fondo San Giuseppe – intitolato al patrono dei lavoratori – era partito nel marzo scorso con una dotazione di 4 milioni, 2 stanziati dalla diocesi, 2 dal Comune di Milano.