Guerra in Etiopia, in Tigrai primi morti per fame
Guerra in Etiopia, in Tigrai primi morti per fame

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Primi morti per fame nel Tigrai. E la Chiesa cattolica etiope chiede solidarietà agli organismi caritativi internazionali per lanciare un piano annuale contro quella che le stesse autorità locali chiamano «la peggiore emergenza di sempre».

La situazione, confermano tutte le agenzie umanitarie, è drammatica per la popolazione della regione settentrionale etiope dopo quasi tre mesi di conflitto tra governo regionale del Tplf e il governo centrale guidato da Abiy Ahmed e 60 giorni di isolamento comunicativo e blocco degli aiuti umanitari.

In una regione povera e secca, alla distruzione della guerra in particolare di raccolti, siti produttivi e di molte strutture sanitarie vanno sommati i danni provocati dall’immenso sciame di locuste che da oltre un anno infesta il Corno d’Africa alimentato dai mutamenti climatici e la pandemia che ha bloccato confini, turismo e scambi.

Il rischio, in questo angolo remoto noto agli italiani non solo per la storia coloniale, ma per l’opera di tanti missionari e delle Ong cattoliche, è una carestia peggiore di quella che commosse il mondo a metà degli anni Ottanta, un autentico tsunami umanitario.

Dopo l’appello lanciato dal vescovo dell’eparchia di Adigrat Tesfaselassie Medhin per aiutare una popolazione «che ha bisogno di tutto», il segretario generale della Conferenza episcopale etiope, padre Feshome Fikre, è riuscito quasi due settimane fa a raggiungere la diocesi insieme agli operatori del Catholic relief service, la Caritas statunitense che nel capoluogo regionale Macallè ha raggiunto con i primi aiuti di emergenza un decimo della popolazione cittadina, 50mila persone.

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Argomenti: Mappamondo
Tag: Africa Chiesa fame guerra pandemia
Fonte: Avvenire