
“L’antisemitismo non è un problema degli ebrei. Riguarda tutti perché è un problema di convivenza civile, di rispetto dei diritti umani. Il Giorno della Memoria ci ricorda gli esiti estremi a cui una società può arrivare quando si accetta che qualcuno sia escluso dalla comunità”. E’ la prima cosa che tiene a precisare Milena Santerini sul Giorno della Memoria, prima ancora di cominciare l’intervista. Docente di pedagogia all’università Cattolica, vicepresidente della Fondazione Memoriale della Shoah, esattamente un anno fa, il premier Conte le ha affidato il compito di “coordinatrice nazionale per la lotta contro l’antisemitismo”. “E’ stato un anno faticoso”, dice tracciando un primo bilancio. “Abbiamo lavorato con un gruppo tecnico alla stesura di un documento che abbiamo presentato in questi giorni alla Presidenza del Consiglio”. Sulla base della definizione di antisemitismo stabilita dall’International Holocaust Remembrance Alliance (Ihra), – spiega la professoressa Santerini – è stata elaborata una strategia con una serie di raccomandazioni che le istituzioni italiane sono invitate ad adottare e applicare per contrastare i sempre più frequenti fenomeni di intolleranza e antisemitismo: atti di violenza, minacce, svastiche sui muri, linguaggio d’odio sul web, pregiudizio normalizzato nella vita quotidiana”.