Storia di un’amicizia: la poliziotta, il clochard e il cagnolino
Storia di un’amicizia: la poliziotta, il clochard e il cagnolino

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Aveva visto intenerita quel cagnolino. Un po’ stupita. Lui lo tiene sempre in braccio, ma adesso lo lascia libero di correrle incontro quando la vede arrivare. Quando s’era fermata a chiacchierare, lui, quasi impaurito, pensava volesse portarglielo via. Sono diventati amici, ma, dopo un anno, la chiama “signora” e le dà ancora del “lei”. Dorme sugli scalini, all’aperto, in una strada al centro di Roma, ucraino, minuto, volto scavato, occhi dolci, dentro un carrello di quelli da supermercato tiene qualche croccantino e una piccola ciotola per il cane, un paio di cambi, il sacco a pelo, bello pesante, che lei gli ha regalato un mese fa, così la notte è appena meno fredda.

“Sono fortunato, non sono solo al mondo, ho il mio cagnolino e tanta gente buona qui intorno”, le ha detto una volta. Non chiede mai nulla, mai una parola fuori posto. Lei, giovane poliziotta, lo porta spesso a mangiare in una tavola calda a pochi passi, a volte vanno al supermercato per fargli fare un po’ di spesa e lui cerca soprattutto prodotti in offerta, non serve lei gli dica “non ti preoccupare”. Sono andati anche ieri.

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Argomenti: Solidarietà Storie
Tag: accoglienza clochard Roma senza dimora solidarietà
Fonte: Avvenire