
Un maestro. Di giornalismo e di cultura. Di educazione e di passione. Dotato di una voce calda ed educata che scaldava i cuori e faceva bene alle menti. Così era Sergio Zavoli, scomparso stanotte a Roma all’età di 96 anni.
Nato a Ravenna nel 1923, scompare con lui un professionista di razza, uno dei cronisti che passerà alla storia della comunicazione del nostro Paese, capace di inventare, agli albori dell’informazione radiotelevisiva, il modo di entrare in contatto con gli spettatori, con garbo, delicatezza e rigore, con una capacità frutto di una profonda cultura e un senso di umanità, che gli si riconosceva nell’annunciare le notizie più sensibili, quando la televisione aveva uno stile non urlato.
Entrato alla Rai nel 1947 come giornalista radiofonico, passa alla tv nel 1968. Sue trasmissioni di grande successo come Tv7, Az, Controcampo. l’anno successivo viene promosso condirettore del Telegiornale e poi ancora direttore del Gr1 (1976), fino a diventare presidente della Rai, indicato da Bettino Craxi (1980-86).
Zavoli è stato anche direttore del Mattino di Napoli (1993-94) e ha firmato come opinionista per varie riviste come Oggi, Epoca, Jesus. Nel 2001 inizia la carriera politica con il centrosinistra, che andrà avanti per quattro legislature. Senatore dal 2001 al 2018, nel 2009 viene eletto presidente della Commissione parlamentare per la vigilanza sulla Rai. Da credente con simpatie per il Partito socialista venne soprannominato il “socialista di Dio”.