
La “paralisi economica” provocata dalla pandemia di coronavirus può aprire alle mafie “prospettive di arricchimento ed espansione paragonabili a ritmi di crescita che può offrire solo un contesto post-bellico”. È l’allarme contenuto nell’ultima Relazione semestrale della Dia inviata al Parlamento nella quale un intero capitolo è dedicato proprio all’emergenza Covid.Il rischio è che le mafie allarghino il loro ruolo di “player affidabili ed efficaci” a livello globale, mettendo le mani anche su aziende di medie e grandi dimensioni in crisi di liquidità.Ma non sono solo le imprese il target a cui le mafie guardano:“Le organizzazioni si stanno proponendo come welfare alternativo a quello statale, offrendo generi di prima necessità e sussidi di carattere economico”.Tra gli altri dati della Relazione, uno rilevante riguarda l’azzardo visto che “giochi e scommesse” sono un settore “attorno al quale sono andati a polarizzarsi gli interessi di tutte le organizzazioni mafiose, in alcuni casi addirittura ‘in consorzio’ tra di loro”. I sempre maggiori profitti “vengono realizzati secondo due direttrici: da un lato la gestione ‘storica’ del gioco d’azzardo illegale, le cui prospettive sono andate allargandosi con l’offerta on line; dall’altro, la contaminazione del mercato del gioco e delle scommesse legali”. Del quadro emerso dalla Relazione della Dia parliamo con mons. Alberto D’Urso, presidente della Consulta nazionale antiusura.
Il quadro emerso dalla Relazione semestrale della Dia con un focus sulle conseguenze del Covid-19 confermano quanto la Consulta sta denunciando da mesi…
Nei periodi di crisi economica e finanziaria il mondo della criminalità prospera perché chi ha denaro lo usa come forma di potere per possedere e sfruttare chi è in stato di bisogno ed è più vulnerabile.