Mattarella e Pahor, omaggio alla foiba di Basovizza
Mattarella e Pahor, omaggio alla foiba di Basovizza

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Il presidente della Repubblica italiana Sergio Mattarella e il suo omologo sloveno Borut Pahor scrivono insieme una nuova pagina di storia nel tormentato confine Nordorientale. Mano nella mano prima alla Foiba di Basovizza (ed è la prima volta che un capo di Stato di un paese della ex Jugoslavia riconosce in modo così ufficiale questa pagina nera che contrassesegnò la fine del secondo conflitto mondiale in quelle zone), poi davanti al cippo che nella stessa Basovizza ricorda i quattro antifascisti sloveni fucilati il 6 settembre 1930. Ma non meno significativo è il protocollo siglato dal ministro dell’Interno Luciana Lamorgese che rafforza la cooperazione fra i due stati nella gestione del fenomeno migratorio e restituisce alla minoranza slovena l’antica Narodni dom (Casa del popolo), un edificio di 5 piani d’inizio Novecento bruciato dai fascisti in un incendio appiccato in circostanze mai chiarite del tutto nel luglio del 1920.

I due presidenti alla foiba di Basovizza, dove si stima che i partigiani titini abbiano gettato 2mila italiani tra militari e civili, hanno deposto una corona di fiori. «La storia non si cancella, le esperienze dolorose non si dimenticano», ha detto Mattarella. Ma ora, di fronte alle sfide del «tempo presente» serve «responsabilità», ha aggiunto il nostro Capo dello Stato, indicando nel processo unitario erupoeo la sola strada che consente di uscire dal vortice di «rancori» e «risentimenti» e permette di guardare al futuro con maggiore fiducia in forza di un «patrimonio comune».

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Argomenti: Politica/Interni
Tag: Basovizza Foibe Sergio Mattarella Slovenia
Fonte: Avvenire