
Compie 70 anni in uno dei momenti più difficili della storia, ma le nuove sfide del Covid non fanno paura a chi ha vissuto in prima linea pandemie sanitarie e sociali finora ignorate. Stamattina Medici con l’Africa Cuamm (Collegio universitario aspiranti medici missionari) in diretta su Tv2000 celebra il meeting annuale per il 70esimo anniversario.
Con il direttore don Dante Carraro, 62 anni, sacerdote e cardiologo, parliamo della storia e del futuro, dell’impegno e dei progetti che impegnano medici e operatori sanitari che partono e tornano restando sempre legati alla prima Ong in campo sanitario in Italia.
Vi siete fermati per il coronavirus?
Non siamo potuti partire da aprile a giugno per la chiusura degli aeroporti africani e i lockdown ed è la prima volta che ci capita in 70 anni. Ma a luglio abbiamo finalmente portato 15 volontari in Tanzania. Per noi partire è fondamentale, siamo nati per partire. Nel 1950 il Cuamm, promosso per iniziativa del professor Francesco Canova e del vescovo di Padova Girolamo Bortignon, iniziava l’attività con lo scopo di accogliere e preparare studenti di medicina italiani e stranieri desiderosi di dedicare un periodo della loro attività professionale al servizio degli ospedali missionari e delle popolazioni più bisognose nei Paesi in via di sviluppo. Noi somigliamo a Canova, figlio di operai che va a studiare a Padova con la borsa di studio di qualcuno che ha creduto in lui. L’approccio è partire dal basso e condividere con i più poveri nei Paesi più poveri. Poi nel mezzo del disastro postbellico italiano Canova ha avuto il coraggio di aprire una strada. È quello che dice il Papa, la Chiesa deve avere il coraggio di andare in tutte le periferie geografiche ed esistenziali perché e lì che trovi le risposte ai tuoi problemi.