L’erotizzazione dei bambini. Una generazione violata
L’erotizzazione dei bambini. Una generazione violata

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Si stanno moltiplicando in modo allarmante episodi difficili da definire, che segnalano una situazione di crescente e diffusa erotizzazione dei nostri bambini. Masturbazione davanti ai/alle compagne, richiesta di sesso orale, esibizione dei genitali: episodi che spesso vengono raccontati dalle “vittime” anche dopo molto tempo, e che quasi sempre si sarebbero svolti nella scuola. Episodi che riguardano fasce di età insospettabili, tra gli 8 e i 12/13 anni, e che spesso non riguardano bambini disadattati o provenienti da famiglie difficili, ma bambini del tutto normali, inseriti in famiglie normali, con genitori che li amano e che sono ben lontani dall’immaginare che il proprio figlio possa essere coinvolto in situazioni del genere.

Quando qualcuno di questi episodi viene alla luce, immediata è la ricerca del colpevole: la famiglia, che non ha educato; la scuola, che non ha vigilato; il minore, che ha probabilmente dei problemi. Ma cercare il colpevole del singolo episodio è in fondo solo una modalità difensiva, certamente comprensibile, ma poco utile a leggere ciò che sta davvero accadendo. Gli episodi di cui parlo infatti non sono il frutto della premeditazione di piccole menti perverse, ma sono invece quasi sempre la risposta impulsiva e fuori controllo ad uno stato di ipereccitazione provocato da stimoli inappropriati. Quasi sempre, se si ottiene la loro confidenza, si scopre che questi bambini hanno visto immagini pornografiche in rete; qualche volta è successo per caso, e sono stati cercati e raggiunti da qualcosa che non hanno cercato; altre volte hanno cercato spontaneamente qualcosa sulla rete, spinti da una curiosità sul sesso che è tipica dell’età; altre volte ancora sono stati coinvolti nella visione da compagni già “edotti”. In tutti i casi, lo stimolo è stato per loro intenso, eccitante, carico di un’emozione profonda mista di attrazione e repulsione, paura e fascinazione. Qualcosa che, in assenza della confidenza con un adulto e del suo aiuto, li ha spinti a cercare di nuovo quelle immagini, questa volta in modo più attivo, innescando un circuito potente di eccitazione che chiede sollievo.

La pornografia funziona proprio così: è pensata per provocare eccitazione, e dunque per indurre alla masturbazione o ad atti sessuali che diano sollievo alla tensione provocata. Per questo motivo, il fatto che questi episodi avvengano quasi sempre a scuola non è principalmente segno di una mancata vigilanza da parte degli insegnanti, ma piuttosto del fatto che non c’è premeditazione: basta un piccolo spazio propizio, al di fuori dello sguardo dell’insegnante più attento; se lo stato di eccitazione è troppo alto, il bambino cercherà di agire impulsivamente per alleviarlo: magari facendo qualcosa che ha visto fare in rete, senza nemmeno comprenderne la gravità. Questi bambini di età prepubere, protagonisti attivi di episodi che turbano la serenità degli altri bambini, sono dunque a loro volta delle piccole vittime, punta dell’iceberg di una situazione preoccupante, che dovrebbe interrogare seriamente tutti noi; rischiamo infatti di crescere una generazione di bambini violati, privati di ciò che l’infanzia dovrebbe garantire loro: lo spazio per crescere in modo sereno e protetto. Lo spazio per essere bambini, dedicandosi a sviluppare la capacità di giocare: modalità pienamente umana di accesso al reale, che è anche il modo migliore per apprendere e per sviluppare intelligenza e creatività.

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Argomenti: Minori Società
Tag: bambini educazione minori pedopornografia
Fonte: Avvenire