
Prima due famiglie dalla Siria. Poi alcune donne dall’Eritrea e dall’Etiopia. Ancora dopo una madre e una figlia dal Sud Sudan. “Ora stiamo aspettando una famiglia afgana, padre e madre e cinque figli, che vengono dall’isola di Lesbo tramite i corridoi umanitari. Siamo contente di accoglierli”. Suor Eleonora e la comunità delle Suore Missionarie Serve dello Spirito Santo sono abituate ad aprire le porte della loro casa romana ai rifugiati. Dal 2016, in collaborazione con la Comunità di Sant’Egidio, vivono in prima persona l’esperienza di accoglienza di chi arriva tramite corridoi umanitari. “In questo modo apriamo il nostro cuore ai bisogni di chi fugge da guerre e persecuzioni”, ha raccontato oggi suor Eleonora durante il convegno “Migranti e religioni” organizzato a Roma dall’Ufficio nazionale per l’ecumenismo e il dialogo interreligioso e dall’omonima Commissione episcopale della Cei. “I rifugiati ci permettono di essere un canale di umanità – ha detto –. Sarebbe bello che altre congregazioni religiose si aprissero all’accoglienza, perché porta gioia e belle sorprese”. Le testimonianze di chi accoglie e di chi è accolto si sono alternate a riflessioni di alto profilo durante la tre giorni di convegno che ha riunito dal 18 al 20 novembre centinaia di delegati da tutte le diocesi italiane per riflettere su un tema tanto delicato e attuale. Presenti anche rappresentanti di altre confessioni cristiane e religioni. Il pluralismo religioso portato dalla presenza dei migranti in Italia propone di ripensare la vita delle comunità, di farsi interrogare ed affrontare nuove sfide con uno sguardo più aperto.