La ricetta dell’Ocse: «Segui i soldi per fermare la tratta»
La ricetta dell’Ocse: «Segui i soldi per fermare la tratta»

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Segui il denaro, la regola dell’antimafia applicata contro i trafficanti di esseri umani. Gli schiavi nel mondo globalizzato sono un fenomeno in crescita, forse sottostimato. Sarebbero 40 milioni l’anno e il 70% sono donne e ragazzine prese dalle loro famiglie nei Paesi in via di sviluppo fin nei villaggi più remoti come nelle case più povere e disperate d’Europa e sfruttate sessualmente o nei lavori domestici. Il condizionale è d’obbligo, è chiaro che si tratta della punta di un iceberg. Sul fronte della sensibilizzazione e del contrasto in questi anni diversi passi avanti sono stati compiuti grazie alla sensibilizzazione dell’opinione pubblica e al lavoro delle reti del privato sociale. Le comunità religiose cattoliche combattono da sempre in prima linea questa piaga. In Vaticano il Santa Marta group, composto da vescovi, religiose e capi delle polizie di molti Paesi, sta lavorando sul fronte della sensibilizzazione e della promozione umana contro la tratta.

Che è ritenuta uno dei tre business criminali più remunerativi, con un fatturato ‘oscuro’ nelle varie branche dello sfruttamento – che comprendono la tratta per l’asportazione e il commercio di organi umani – di 150 miliardi di dollari annui. Dove va a finire questo fiume di soldi sporchi che non può passare inosservato? E come risalire la corrente per scoprire i criminali? «È giunto il momento di colpire trafficanti dove fa loro più male indagando e cogliendo i flussi di denaro – afferma Valiant Richey, rappresentante speciale dell’Ocse per la lotta al traffico di esseri umani – sappiamo quanto lavoro di buona qualità è stato svolto in molti Stati membri con le indagini finanziarie, ma molti di questi sforzi sono isolati e frammentati».

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Argomenti: Società
Tag: Chiesa migranti Ocse sfruttamento tratta Vaticano
Fonte: Avvenire