
“Il futuro della Bolivia si sta giocando in queste ore nelle strade. La tensione aumenterà: per ora ci sono solo 30 feriti ma temo che presto ci saranno morti e il presidente Morales decreterà lo stato d’emergenza per sei mesi, con i militari nelle strade. Un copione già visto. Rischiamo di diventare la brutta copia del Venezuela, perché l’economia boliviana non è più sostenibile”. Il vescovo Eugenio Coter, fidei donum bergamasco, vicario apostolico di Pando, nel nord della Bolivia, parla della sua terra d’adozione con affetto e un po’ di amarezza. I suoi modi sono pacati e gentili, lo sguardo dolce e chiaro. Mostra sul telefonino la cartina geografica e i confini della sua enorme diocesi amazzonica: 111.000 km quadrati (un terzo dell’Italia) con 11 sacerdoti, 11 religiose e 3 seminaristi e 6 sole parrocchie, con 30 messe totali ogni domenica. Per fortuna ci sono 400 catechisti e animatori della comunità che lo aiutano nelle circa 200 celebrazioni della Parola. E suor Siria, delle Suore della Provvidenza di Santa Teresina, “che presiede matrimoni e battesimi”, anche se “i battesimi d’emergenza li fa il catechista”. In questo vasto territorio ci si sposta via fiume – il principale corso d’acqua è il Madre de Dios –, con piccoli aerei o jeep. È la zona della produzione della noce amazzonica, che sfama 30.000 famiglie ma anche dell’estrazione dell’oro dai terreni sabbiosi dei fiumi. Lo incontriamo durante il Forum missionario nazionale organizzato dall’Ufficio di cooperazione missionaria tra le Chiese e la Fondazione Missio, in corso dal 28 al 31 ottobre a Sacrofano (Roma). Oltre 280 i partecipanti, tra sacerdoti, religiose e laici.