La febbre dell’oro in Venezuela, terra da depredare
La febbre dell’oro in Venezuela, terra da depredare

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È l’unica attività in grande crescita di un Paese in agonia, il Venezuela. Ma è un primato amaro, che genera ulteriore distruzione e crisi, anzi una vera e propria apocalisse sociale e ambientale. Uno sfruttamento intensivo e in gran parte illegale di un’area grande come l’intera Italia settentrionale. Stiamo parlando del cosiddetto “Arco Minero dell’Orinoco”, che prende il nome dalla forma del lungo percorso che compie il più grande fiume del Venezuela, l’Orinoco appunto. Soprattutto a sud del fiume, per centinaia di chilometri, in territorio amazzonico, si trovano immensi giacimenti d’oro, soprattutto, ma anche di diamanti, coltan, bauxite e altri metalli. Un’area grande quanto l’Italia settentrionale in mano alle mafie e agli amici di Maduro. La vicenda mostra che lo sfruttamento della grande foresta e delle sue risorse ha molti responsabili: non c’è solo Bolsonaro, ma anche Maduro, non solo le multinazionali americane e canadesi, ma anche i colossi cinesi. E, in Venezuela, è proprio l’oro delle miniere una delle principali fonti di finanziamento per la dittatura.

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Argomenti: Mappamondo
Tag: oro Venezuela
Fonte: SIR